La Medicina Contemporanea
L’osteopatia, oggi, può e deve ricoprire un ruolo molto importante nel trattamento e nell’offerta di cure mediche.
L’osteopatia ha il compito di insegnare e far comprendere ai pazienti, che esiste l’innata capacità di auto guarigione che ogni essere umano possiede. A volte tale capacità è nascosta in modo così profondo che risulta difficile trovarla, ma esiste! Insegniamo quindi prima di tutto, a percepire il corpo e le sue reazioni in seguito ad un atto terapeutico “Insegniamo ad abitare meglio il corpo!”.
L’osteopatia ha “l’obbligo della difesa, della cura e del rispetto nella vita in ogni sua forma” scritto nel suo codice deontologico, l’osteopata si occupa di persone non di cose, di soggetti non di oggetti, l’umanità nelle sue mille sfaccettature fa parte del bagaglio professionale. Bisogna insegnare ai pazienti a responsabilizzarsi sulla loro patologia e a non delegare totalmente la cura della propria persona al guru del momento oppure a rincorrere terapie o farmaci miracolosi chissà in quali ospedali o ambulatori (magari solo alla moda).
La medicina contemporanea, ancorché ricca d’importanti successi scientifici e tecnologici, soffre di una crisi epocale che è fatta di incertezza sui propri paradigmi epistemiologici e sui propri statuti etici, nonché di perdita crescente della propria dimensione antropologica, relazionale, umanistica. La Medicina attuale ha visto fallire il concetto Riduzionista del dualismo Mente-Corpo. L’usura oramai nota e drammatica del rapporto medico-paziente, culturalmente costitutiva dell’Arte Medica ma sempre più aggredita dal prevalere di una visione meramente iatrotecnica (tecnologica e commerciale, specialistica e aziendalistica) della medicina, ne è evidente testimonianza. Unitamente d’altro canto a esempi sempre più frequenti di malasanità, in cui il rispetto del paziente come essere umano è nullo, cosi come sono assenti la protezione e l’assistenza giuridico-legale.
Si tratta di affiancare la dimensione antropologica e umanistica attraverso l’approccio “patient centered”, (basato sulle teorie di Hengel per cui la malattia non è un problema biomedico ma biopsicosociale: diventa fondamentale non solo curar la malattia (to cure), ma anche prendersi cura del malato (to care) a quella più razionalistica dell’ Evidence-based medicine, EBM, ovverossia alla medicina fondata su prove sicure e sperimentali di efficacia. A mio avviso i due punti di vista sono complementari e devono assolutamente convivere.
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