Il Cuore dell’atleta oltre l’ostacolo
In viaggio verso le Olimpiadi di Rio 2016, attraverso una riflessione sulle diverse caratteristiche degli atleti. Problematiche fisiche, cardiologiche e novità legislative in materia di sport olimpici e paralimpici.
Sabato 26 settembre 2015
Centro Civico di via Gruppini 4 – Sala Clivio dalle 10 alle 12
Tavola rotonda: Verso le olimpiadi di Rio 2016.
Una tavola rotonda per fare il punto riguardo al mondo paralimpico e, più in generale, quello delle disabilità. In occasione dell’incontro, che vede la presenza del Prof. Claudio Reverberi, cardiologo clinico direttore sanitario Centro Gemini di Parma, Massimo Marenzoni, osteopata D. M. ROI di fama internazionale, e ospite d’eccezione Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano (CIP), con la partecipazione di Silvana Erasmi, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Abili allo Sport”, si parlerà di prevenzione cardiovascolare, del ruolo dello staff medico che ruota attorno all’atleta, delle attività svolte da Abili allo Sport e delle grandi novità che vedono coinvolto il CIP.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di unire pubblico e platea, attraverso il brainstorming, in un’ampia riflessione sul mondo delle disabilità, vedendole come una differenza, che arricchisce, e non come un limite.
Relatori:
Prof. Claudio Reverberi Il cuore dell’atleta disabile: Dal rischio alla prevenzione.
Massimo Marenzoni L’atleta disabile e il suo corpo. Il progetto “portiamoli a Rio”, un team di professionisti che supportano la preparazione, l’allenamento, e la regolazione psico-fisica di alcuni atleti paralimpici.
Luca Pancalli Il riconoscimento del CIP quale Ente Pubblico. E’ stata riconosciuta la dignità di un movimento che opera a vantaggio della collettività, che svolge una funzione di servizio sociale. Il sogno paralimpico è divenuto realtà: quello della piena integrazione attraverso lo sport e delle pari opportunità per tutti i disabili.
Moderatore: Sandro Piovani / Giornalista TVParma
Claudio Reverberi Cardiologo Direttore Sanitario Centro Gemini Parma
Cardiologo Clinico – Ecografia cardiaca e vascolare Docente Scuola di Specialità in Cardiologia Università di Parma
“Come può la cardiologia e la medicina sportiva aiutare l’atleta paralimpico? Semplicemente facendo di tutto per “gettare il cuore oltre l’ostacolo”! Incoraggiare (non scoraggiare) l’atleta ad intraprendere l’attività sportiva, in un percorso che attraverso la conoscenza dei fattori di rischio lo conduca grazie a strumenti di prevenzione verso uno sport Sicuro. A fronte di una maggiore prevalenza in atleti paralimpici dei fattori di rischio cardiovascolare, sono ampiamente documentati gli effetti benefici dell’esercizio fisico e dello sport nel migliorare il profilo lipidico, ottimizzare i valori di pressione arteriosa, contrastare l’obesità il diabete ed, ovviamente, la sedentarietà.
L’allenamento intenso specie aerobico, modifica significativamente l’apparato cardiovascolare dell’atleta, anche con disabilità.
Il medico sportivo ed il cardiologo devono tenere in debito conto l’impatto della disabilità sull’apparato cardiovascolare avvalendosi di tutte le tecniche diagnostiche disponibili”
Massimo Marenzoni osteopata DO M. ROI
Consulente osteopatico del progetto “Portiamoli a Rio”
“Come ben sappiamo lo sport riveste un ruolo molto importante nello sviluppo fisico e psicologico della persona. Tutto questo vale in modo particolare per lo sport per le persone con disabilità e fu proprio il dott. Ludwig Guttman neurochirurgo tedesco, che introdusse per primo l’attività pioneristica di sport-terapia nel suo centro per la cura e riabilitazione di soggetti affetti da lesione spinale di Stoke Mandeville in Gran Bretagna negli anni 40. Lo sport aiuta, quindi, le persone con disabilità ad acquisire una maggiore sicurezza nel proprio corpo e nella gestione degli ausili a lui dedicati. Il compito delle persone che ruotano intorno a lui (Medici, fisioterapisti, preparatori atletici, ecc) è quello di insegnarli a conoscere i propri limiti e considerarli dei veri e propri trampolini di lancio per arrivare a sviluppare e utilizzare ancora meglio il patrimonio fisico ancora integro. Inoltre, occorre da parte nostra analizzare e comprendere il tipo di prestazione, con identificazione dei fattori limitanti. È necessario selezionare i fattori allenabili, identificare quelli che sono i deficit motori dell’individuo, effettuare uno studio degli ausili dedicati, gestire l’alimentazione prima e durante la competizione, gestire la prevenzione e il trattamento delle patologie da sovraccarico in quei distretti articolari maggiormente utilizzati”.
Luca Pancalli Presidente Comitato Paralimpico Italiano
Con il riconoscimento del CIP quale ente autonomo di diritto pubblico, si chiude un percorso, se ne apre uno nuovo: grazie a questa nuova veste giuridica, che ci equipara di fatto al Coni, sarà più agevole ed efficace l’interlocuzione del Cip con pezzi dello Stato attivi nel comparto socio-sanitario e con la scuola, per dare impulso sull’intero territorio nazionale a progetti di promozione e avviamento alla pratica sportiva delle persone con disabilità. Senza dimenticare l’attività strettamente agonistica e le azioni a supporto degli atleti top level interessati dalla partecipazione ai Giochi paralimpici, in primis, e alle maggiori competizioni internazionali, ed il sostegno a tutte le Federazioni sportive e discipline associate, gli enti di promozione e le associazioni benemerite riconosciute dal Cip. Da oggi, quello che era il sogno visionario del movimento paralimpico, quello della piena integrazione attraverso lo sport e delle pari opportunità per tutti i disabili, diventa presa di coscienza e istanza pubblica, un’assunzione di responsabilità collettiva”.
E’ stata riconosciuta la dignità di un movimento che opera a vantaggio della collettività, che svolge una funzione di servizio sociale.
Silvana Erasmi: Un Po di Sport e Portiamoli a Rio, progetti che hanno nel cuore l’integrazione sportiva
Il cuore oltre l’ostacolo… si dice spesso “Gettare il cuore oltre l’ostacolo”, una figura metaforica che spesso abbiamo sentito nell’ambito sportivo, a rappresentare lo sforzo nobile agonistico e premiante dell’atleta, o ancora in discorsi in ambito motivazionale; rende bene l’idea del coraggio, della passione, che occorre per affrontare le sfide che abbiamo davanti. Avere cuore significa avere il coraggio e la determinazione per affrontare aspetti di questo mondo ingabbiati tra pregiudizi e legislazioni antiquate: per portare il cuore oltre l’ostacolo è necessario abbattere questi muri, far sì che il Diritto prevalga e che l’atleta con disabilità sia prima di tutto un atleta. Nel nostro viaggio verso l’integrazione sportiva abbiamo fatto tanta strada e tanta è ancora la strada da fare, questo è l’anno di Expo ed a noi di Abili allo Sport piace la contaminazione: allo sport abbiamo unito sapori, gusti e culture diverse, fino ad arrivare a questo tavolo, dove l’obiettivo è quello di fare un altro passo verso il superamento dell’ostacolo.